BLUE CONTEST, raccolta racconti

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**Francy**
view post Posted on 21/2/2011, 19:21




ecco qui il topic per postare le vostre one shot!
 
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LalLee94
view post Posted on 21/2/2011, 21:51




Ok, ecco la mia fatica... xD (non esprimo ciò che sta succedendo nella mia testa in questo momento xDD)

The Fall

Alcune persone pensano che la vita sia come un treno: se lo perdi poi devi aspettare quello successivo e il più delle volte non sai quando passerà. L’unica differenza è che nella vita, quella vera, non hai una seconda possibilità: se perdi un treno è andato e non ne passerà un secondo dopo qualche ora. Lo scopo della vita è quello di imparare a prendere la propria occasione al volo senza lasciarsela scappare, ma tu… Tu come fai a capire che quella è la tua opportunità?
Io penso che alcuni nascano fortunati, chiamateli come volete: i figli della gallina bianca, ad esempio, di certo il nome non cambia la loro condizione; loro sono quel tipo di persone che se si trovano per caso alla stazione riusciranno a trovare il treno che li porterà dove vogliono e senza neanche dover attendere troppo. Io non ero, non sono e probabilmente non sarò mai uno di loro. Il mio treno l’avevo ormai perso, ho sempre saputo che non avrò mai più la possibilità di riprenderlo.

<<uno, due tre…>>
U make me wanna call you in the middle of the night, you make me wanna hold you ‘till the…
<<dio Lee, hai sbagliato di nuovo! Ma che ti prende oggi?>>
<<accidenti ragazzi, scusatemi non sono per niente concentrato.>> Non era propriamente vero; in quel momento desideravo ardentemente fosse un problema passeggero ma, purtroppo, non riuscivo più a cantare quelle canzoni da circa un mese e mi sentivo totalmente ed estremamente frustrato. Non potevo deluderli così, non loro, eppure era un riflesso incondizionato: ogni volta che dovevo mettermi a cantare lo facevo perché ne ero obbligato e lasciavo da parte i sentimenti: tutto ciò che usciva era una voce che cantava in modo meccanico parole di cui non ricordava neanche il significato. Mi vergognavo e dovevo risolvere quella situazione il prima possibile, sapevo benissimo cosa dovevo fare ma ogni volta che decidevo di farlo c’era qualcosa che mi bloccava. Eppure io sapevo che quella era la cosa più semplice, se avessi detto la verità ai ragazzi loro avrebbero semplicemente capito. Mi avrebbero detto di staccare per qualche giorno e che al resto ci pensavano loro. Ma no: io non lo avrei mai fatto, io non mi aprivo alle persone, il mio dolore doveva restare solo mio e dentro di me.
<<no, Lee non ho nessuna intenzione di sentire un’altra volta questa scusa. Tra una settimana abbiamo il concerto, hai capito? UNA SETTIMANA. E tu non hai combinato ancora niente, sì stai tranquillo ci pensiamo noi… Una, due al massimo tre volte, ma alla quarta non ci sto più! Non ne hai più voglia, vero? Sì ti sei stufato come con tutte le altre cose che hai lasciato a metà…. Avanti dillo.>> Ecco, la sua reazione era stata uno dei motivi principali per cui io ancora non avevo detto la verità, lo sapevo che avrebbe reagito così. Duncan ai miei occhi era troppo prevedibile, eppure non c’era nessun motivo di comportarsi così, no? Oppure lui aveva ragione ed io, troppo preso dai miei problemi, non mi stavo accorgendo di quanto caos stessi creando?
Improvvisamente sentii anche gli occhi di Simon ed Antony puntati su di me: i loro sguardi però erano interrogativi, forse preoccupati; mentre quello di Duncan… Avevo gli occhi bassi, non potevo vederlo ma riuscivo a percepirlo addosso. Ma non era arrabbiato, avrei messo le mani sul fuoco che lui era deluso.
<<non riesci neanche a guardarmi in faccia, sei patetico, Lee…>> Aveva ragione, ero patetico perché non riuscivo a dire la verità, perché riuscivo a far rimanere male solo le persone che per me erano importanti. Tutti quelli che avevano riconosciuto in me qualcosa di buono e che in qualche modo avevano riposto un po’ di fiducia; beh io ero riuscito a deluderli e adesso… Adesso anche Simon, Antony e Duncan. Io lo sapevo che loro si fidavano di me, lo sapevo che credevano in me fino in fondo ma in quell’ultimo periodo ero pronto a scommettere qualunque cosa che stavano iniziando a ricredersi.
<<io non…>> balbettai un po’ e poi decisi di non dire nulla semplicemente perché non sapevo cosa dire, potevo forse dire che io non ne avevo più voglia? Certo che no, e potevo forse togliermi la colpa di dosso dicendo che non ero stato interpellato quando loro avevano deciso anche per me di fare un ultimo concerto prima che i Blue si sciogliessero? Ovviamente non potevo. Potevo tirare fuori una qualsiasi scusa campata per aria? No, non potevo fare neanche quello. Allora non mi restava altro che far parlare il silenzio, lasciare che loro da soli capissero quello che stava succedendo.
<<mi dispiace..>> L’unica cosa di cui ero profondamente ed assolutamente certo in quel momento era che mi dispiaceva per tutto quello che stava succedendo: mi dispiaceva che tutto si stesse rovinando in quel mondo, mi dispiaceva che quell’avventura meravigliosa con i ragazzi stava finendo, ma la cosa che mi dispiaceva di più era che non ero riuscito ad essere sincero fin da subito. Ed ero più che sicuro che era questa la cosa che li avrebbe fatti stare più male.
<<di cosa ti dispiace di preciso? Di non esserti impegnato abbastanza? Del tuo comportamento infantile? Cos’è che ti sta impedendo di parlare? Cosa????>> Duncan continuava con le sue domande in quel climax ascendente che avrebbe trovato fine solo nella mia risposta, qualunque essa fosse stata.
<<duncan, basta! Lui.. Beh lui avrà qualcosa da dirci sicuramente>> Fui sorpreso dalla presa di posizione di Ant dalla mia parte, sinceramente non me lo aspettavo, e ad essere ancora più sinceri io non desideravo quel comportamento. Perché fu dopo che Ant, Dunk e Sy mi guardarono negli occhi che io non riuscii più a reggere tutta quella pressione. Ora sapevo che stavano riponendo fin troppa fiducia nei miei confronti ed io semplicemente non lo trovavo giusto; non pensavo fosse giusto perché stavano totalmente sbagliando.
Avete presente quando vi rendete conto che il vostro treno sta per partire tra 5 minuti e voi siete assolutamente in ritardo? Avete presente il tipo di sensazione che si fa strada dentro di voi? Per me fu uguale in quel momento; quel senso di ansia però era aumentato all’ennesima potenza perché io non ero in ritardo di 5 minuti, io ero in ritardo di ORE…
Esplosi: semplicemente non ce la feci a reggere tutta quella pressione, nessuno ci sarebbe riuscito, era troppo per chiunque. Volevano davvero che dicessi qualcosa? Volevano la verità? Bene, gliel’avrei data…
<< Sapete cosa vi dico? Andate a farvi fottere, TUTTI! Pensate solo a voi stessi, solo a quello che volete VOI. Ma indovinate un pò? Sì, Duncan ha ragione: io mi sono rotto i coglioni! Avete preso una decisione così importante senza di me, avete avanzato ipotesi che non erano vere e non vi siete fatti nemmeno uno scrupolo, neanche vi è passato per l’anticamera del cervello che io non potessi essere d’accordo. Era troppo difficile chiedermi cosa ne pensavo io? Sono così inutile in questo gruppo? Per voi era una scelta più che azzeccata quella del concerto e poi di un ultimo CD. La fama vi ha reso uguale a chiunque altro, eravate diversi una volta, adesso siete solo attaccati ai soldi come chiunque altro in questo mondo di merda!! Io me ne vado, vi sto mettendo nei casini, lo so eppure me ne sbatto altamente il cazzo! Nello stesso modo in cui voi vi siete fregati della mia opinione. E‘ stata la cazzata più grande della vostra vita: ma la verità è che non siete poi questi grandi amici che pensavate di essere>>
Ormai stavo urlando e avevo perso il controllo di me stesso. Veramente non riuscivo neanche a comprendere a fondo quello che stavo dicendo, erano solo parole sputate a caso, non pensavo ci avrebbero dato così tanta importanza. Diedi un’ultima occhiata ai “miei amici” e uscii per l’ultima volta da quella stanza.
Avevo dato loro quello che pretendevano: ero stato sincero fino in fondo e, anche se avevo paura di aver esagerato, avevo semplicemente tirato fuori quello che c’era dentro di me e che da fin troppo tempo mi stava distruggendo, ma se ci tenete a saperlo: non mi sentii affatto meglio. Fu uno sfogo che non portò a nulla di buono; perché avevo sbagliato a dire che non erano veri amici: Dunk, Sy ed Ant erano i migliori che io potessi desiderare, erano meglio di quanto non potessi meritarmi e non erano cambiati. Loro erano rimasti sempre gli stessi ed io ero solo un codardo che non ero stato in grado di ammettere che, invece, quello cambiato ero io.
Odiavo sentirmi così ma non sapevo più cosa fare; insomma quando ti trovi con le spalle al muro cosa fai? Cerchi una via d’uscita, no? La più veloce, e non pensi se sia quella giusta, non ti importa. Quella scenata fu la mia via d’uscita: la prima cosa che riuscii a fare per togliermi da quella situazione che, in realtà, vie d’uscita non ne aveva.
Salii in macchina, non avevo un meta ben precisa ma premendo sull’acceleratore mi stavo lasciando andare, semplicemente cercavo di non pensare. Tenevo gli occhi fissi sulla strada come se tutto il resto non esistesse più, ad una persona chiunque sarebbero sembrati vuoti ma non era così: con quegli stessi occhi stavo rivedendo la scena appena passata, riguardavo gli sguardi dei miei amici. Mentre mi rendevo ridicolo con il mio vittimismo non avevo notato cosa quegli sguardi mi stessero trasmettendo, solo in quel momento me ne resi conto: erano sorpresi, ma soprattutto spaventati e, forse, feriti. Era esattamente come mi stavo sentendo io, però io, a differenza di loro, ero totalmente solo.
Avrei voluto tornare indietro, avrei voluto parlar loro di quello che stava succedendo dentro di me.
Mi avevano avvisato: è difficile quel mondo, non è adatto ad una persona sensibile. Sono tutti competitivi, nessuno pensa agli altri, tutti pensano a sé stessi. Ma io non ci avevo creduto, anzi io non avevo proprio ascoltato, volevo solo realizzare ed arrivare fino in fondo al mio sogno, il resto era nulla. Solo in quel momento, solo in macchina, con mille pensieri che mi tartassavano il cervello, quelle parole riaffiorarono nella mia mente assumendo significato.
Mi avevano anche detto di fare attenzione, che ci sarebbe voluto un niente per rompere l’equilibrio di una persona, che era troppo difficile restare sé stessi in quelle condizioni e che chi ci riusciva ne usciva comunque ferito, indifferentemente che fosse fisicamente od emotivamente. Nessuno riusciva a uscirne incolume, NESSUNO. Ricordai come a quell‘esclamazione scoppiai a ridere di gusto, non era un mio problema quello e non mi sarebbe mai successo; ero sempre stato me stesso, qualunque cosa mi fosse successa attorno non avevo mai perso la testa, né avevo perso di vista, anche solo per un secondo, il mio unico obbiettivo. Ogni volta che mi avevano chiesto di cambiare, per migliorare. Ogni volta che mi criticavano per quello che ero. MAI ero cambiato, perché ero fiero di come ero.
Beh alla fine fu inevitabile che succedesse anche a me; fino a quel momento era stato tutto troppo bello per essere vero, ma come al solito ero stato superficiale a non considerare ogni possibile alternativa, ogni possibile rischio a cui andavo incontro.
Io non pensavo mi sarebbe successo e soprattutto non pensavo assolutamente sarebbe successo in quel modo. Avrei preferito morire, piuttosto che sopportare l’idea che per colpa mia le persone a cui volevo più bene soffrivano. Con i ragazzi era stata la peggiore, ma non era la prima volta che succedeva. Mia madre e mia sorella mi sostenevano in ogni scelta che facevo e mi erano sempre state vicine, loro furono le prime a notare un cambiamento in me e quando me lo fecero notare, perché non volevano perdermi, io semplicemente affermai che mi avevano già perso perché non riuscivano più a capirmi.
Lo sapevo che quelle persone non sarebbero più tornate da me ed io… Sì, forse mi sarei dovuto scusare, ma non lo feci mai; forse per paura che non mi perdonassero. Non so quale fu il motivo che mi portò a fare tutte quelle scelte sbagliate, so solo che se mi trovassi adesso in quella situazione, io rincorrerei il mio treno fino a quando non riuscirei a prenderlo. Una delle poche certezze che ho adesso è che se quel treno dovesse per caso ripassare io non ci penserei due volte a farmi trovare alla stazione per tempo.

 
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1 replies since 21/2/2011, 19:21   85 views
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